Nonostante le rassicurazioni fatte dalla Agenzia delle Entrate per quanto riguarda i pensionati, resta infatti il dubbio che gli onesti vengano tartassati inutilmente con accertamenti arbitrari e infondati. Sulla questione si è anche pronunciato il Segretario della CGIA di Mestre, Giuseppe Bortolussi, secondo il quale “il redditometro non sarà quello spauracchio che qualcuno vuole farci credere”. “ I contribuenti onesti – prosegue – non devono temere nulla: non sarà né feroce né repressivo”.
Tale convinzione nasce da un’indagine condotta dall’Ufficio studi della stessa CGIA che, tenendo conto della metodologia e delle 100 voci di spesa previste dal Redditometro, ha ricostruito ipoteticamente il reddito di 5 delle principali tipologie di famiglie italiane e i possibili casi in cui scatterebbe l’accertamento del Fisco. In particolare, partendo dal presupposto che circa 41 delle 100 voci si rifanno al dato medio registrato dall’Istat sui consumi, sono state prese in considerazione le spese quotidiane delle varie famiglie tipo confrontandole con il livello di reddito medio dichiarato annualmente dagli operai e dagli impiegati; spese che comprendono ad esempio quelle per alimentari, casalinghi, abbigliamento, scarpe, giocattoli, tempo libero, manutenzione casa, trasporti, e istruzione. Le altre 59 voci del Redditometro sono state tralasciate perché meno incidenti sul bilancio famigliare.
Adottando quindi il metodo appena descritto, e tenendo conto che l’accertamento sintetico si attiva in presenza di uno scostamento (tra reddito dichiarato e spese sostenute) del 20% e che è stata prevista un franchigia di 12mila euro, sono state individuate delle soglie minime al di sotto delle quali una specifica tipologia di famiglia può essere a “rischio evasione”.