All’aiuto economico alle famiglie disagiate si affianca un progetto finalizzato all’inserimento lavorativo e all’uscita della persona dalla condizione di esclusione sociale

Sarà operativo dal prossimo 2 settembre il Sostegno per l’Inclusione Attiva (SIA), una misura di contrasto alla povertà già sperimentata nel 2013 in 12 città italiane che, nelle more dell’adozione del Piano per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale e l’introduzione del Reddito d’inclusione, la Legge di Stabilità ha esteso per quest’anno a tutto il territorio nazionale. A illustrare le modalità di funzionamento del SIA e le altre iniziative previste all’interno del Piano povertà sono stati il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, e il Direttore generale per l’inclusione e le politiche sociali del Ministero, Raffaele Tangorra, lo scorso 19 luglio presso la sala Donat Cattin del Ministero del lavoro.“È di fatto una misura ponte, un’anticipazione del reddito d’inclusione – ha sottolineato il Ministro – che sarà operativo a partire dal 2017, dopo l’approvazione della legge delega per il contrasto alla povertà da parte del Senato”.

Una tappa importante quindi nell’ambito del percorso di graduale definizione di livelli essenziali delle prestazioni da garantire su tutto il territorio nazionale per il contrasto alla povertà. Il SIA si sostanzia – ha illustrato durante la conferenza Raffaele Tangorra – in un sostegno economico ai nuclei familiari in condizioni economiche di estremo disagio, nei quali sia presente almeno un minorenne o un figlio disabile o una donna in stato di gravidanza accertata. Per godere del beneficio il nucleo familiare del richiedente dovrà aderire ad un progetto di attivazione sociale e lavorativa sostenuto da una rete integrata di interventi, individuati dai servizi sociali dei Comuni in rete con gli altri servizi del territorio e con i soggetti del terzo settore, le parti sociali e tutta la comunità. L’obiettivo è sostenere le famiglie a superare la condizione di povertà e di esclusione sociale e riconquistare gradualmente la propria autonomia.

Il Piano nazionale per il contrasto alla povertà non si limita al Reddito di inclusione. Iniziative e misure specifiche sono già state avviate per contrastare le diverse forme di marginalità. #HomelessZero è un intervento emergenziale per il finanziamento di progetti “housing first” che si rivela come la risposta più efficace e meno costosa per affrontare il problema dei senza dimora. La lotta alla povertà alimentare contribuisce invece ad alleviare le forme più gravi di povertà; la lotta alla povertà educativa è volta ad assicurare il benessere dei bambini curando in particolare la sfera dell’educazione, della salute e della socialità e l’ASDI s’individua come un sostegno economico attraverso un assegno di disoccupazione per coloro che dopo aver percepito l’indennità di disoccupazione per la sua intera durata, non hanno trovato un impiego e si trovano particolare in disagio economico.

 Fonte: www.cliclavoro.gov.it

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